giovedì 7 maggio 2009

Netanyahu? In quanto ebreo, è anche un porco.


Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli


Cari amici, l'immagine di questa cartolina è stata pubblicata dal giornale Al Watan del Qatar il 27 aprile scorso. La didascalia dice: "l'organizzazione mondiale della sanità lancia l'allarme sulla pandemia di febbre suina". Ve la mando perché mi ha profondamente infastidito. Perché, potrebbe chiedere qualcuno di voi? E' satira, come satira fai tu in questa cartoline. Già, il formato della vignetta la presenta come satira. Ma a me sembra piuttosto un insulto puro e semplice. Appiccicando a Netanyahu un naso suino (e mettendogli accanto una bella stella di Davide), che cosa si sta satireggendo? Qualche comportamento del premier Israeliano? Qualche sua dichiarazione? No, si dice semplicemente che lui è un porco (termine certamente ancor più spregiativo nel mondo arabo che in Europa), al massimo che è un porco in quanto ebreo. Un insulto razzista, e basta, senza alcuna argomentazione, analogo a quello formulato ieri dal presidente iraniano: "Gli occupanti sionisti sono dei microbi distruttivi - ha detto Ahmadinejad nel corso di una conferenza stampa congiunta con il presidente siriano Bashar al Assad - poiché il sionismo in sé è occupazione, aggressione, assassinio e annientamento". Nel linguaggio della propaganda iraniana, sionista in questo caso significa semplicemente ebreo. Io spero sinceramente di non aver mai scritto una cartolina "satirica" di questo tipo: mi sforzo sempre di ragionare, di offrire fatti e argomenti, anche quando uso parole forti.
Una piccola informazione in più, per valutare i fatti. Domenica scorsa si è svolto proprio in Qatar la cerimonia della premiazione del premio Onu per la libertà di stampa. La federazione mondiale dei giornalisti (IFJ) ha protestato, dato che in Qatar la libertà di stampa semplicemente non c'è. Tant'è vero che nella classifica della libertà di stampa che vi ho raccontato ieri, il paese è classificato al posto numero 143 su 185 e giudicato piattamente "not free". Ma il Qatar è sede di Al-Jazeera, la televisione araba più nota, che rivaleggia con le reti occidentali fornendo la propaganda degli islamisti: pensate che la stessa autorità palestinese ha protestato contro la sua informazione legata unilateralmente ad Hamas (ricordiamo la festa in onore del terrorista libanese Samir Kuntar assassino di bambini liberato da Israele, e anche la partecipazione di un suo giornalista come oratore alla manifestazione di domenica scorsa a Milano per il "diritto al ritorno" palestinese). Un paese che ospita una televisione di propaganda islamista è per l'Onu ben più libero dei posti dove i giornalisti scrivono quel che vogliono. E un vignettista che raffigura gli ebrei come porci ne è una prova in più.

Nessun commento:

Posta un commento