mercoledì 27 ottobre 2010

Franceschini il demagogo

L'ha detto anche la Corte di Cassazione che ..."è manifestamente illogico ritenere che sia sufficiente l'apertura della partita IVA, perchè siano assicurati clienti, ricavi e redditi..." (vedere QUI il post di Zener); ciò nonostante nella trasmissione Ballarò di ieri sera s'è tornato a tuonare contro l'evasione fiscale, imputandole tutti i mali dell'Italia.
Che ha cavalcato l'onda sul tema è stato soprattutto il demagogo Franceschini. E non solo ha parlato di cifre che, riportate anche da giornali stranieri, stimano in 300 miliardi la cifra sottratta all'imposizione fiscale, che darebbe così un gettito IRPEF di 100 miliardi, ma ha anche parlato di altre possibilità per lo Stato di introitare altri soldi.
Demagogia pura: ha detto che lo Stato potrebbe incassare qualcosa in più portando la tassazione del capital gain azionario al 20% anzichè al 12,5 % come è ora. Sia beninteso, dall'aumento dell'aliquota esonerebbe i titoli di Stato, quindi BOT, CCT, BTP, ecc., che resterebbero così al 12,5%. Un gran bel furbacchione, il quale pensa in tal modo di accaparrarsi la simpatia del popolo dei BOT. A proposito, la tassazione degli interessi sui conti correnti bancari la porterebbe al 20%, dal 27% come è ora. E meno male che in studio c'era Maurizio Belpietro il quale gliel'ha cantate giuste, così come avrei fatto io. Inutile illudere la gente che da una maggior tassazione del capital gain si possa incassare qualcosa in più. Per quel che ne so io, per almeno altri cinque anni lo Stato non incasserà nulla dal capital gain, perchè guadagni in conto capitale non ci saranno: i corsi azionari devono tornare ad almeno i livelli raggiunti del 2006-2007 affinchè si possa parlare di guadagni in borsa; e nel frattempo lo Stato raccoglierà solo briciole da quel tipo di tassazione: e solo da operazioni del tipo mordi e fuggi: mordi, fuggi e non tornare più in borsa, altrimenti ci lasci le penne, assieme al guadagno che avevi fatto prima.
Altri punti di demagogia (e di ignoranza in materia), dimostrata dall'onorevole Franceschini, riguardano la diminuzione della tassazione sugli interessi dei conti correnti bancari: sfido chiunque a dimostrare che sta incassando qualcosa di interessi sui conti correnti bancari. Da ciò ne viene che pagare il 20 o il 27% di tassa sugli interessi, che sono pari a 0 (zero), sempre 0 (zero) è.
Il "furbo" poi dice che manterrebbe l'aliquota degli interessi sui titoli di Stato al 12,5%, anzichè al 20%, senza spiegare però che se dovesse aumentarne la tassazione dovrebbe alzare il rendimento, e quindi assoggettare lo Stato a maggiori uscite, che verrebbero comunque compensate dalle maggiori entrate dovute alla maggior tassazione. Gira che ti rigira, qualunque tipo di manovra verrà fatta sui titoli di Stato, essa non darà maggiori benefici allo Stato stesso. A meno che non si voglia fare una manovra del tipo Argentina 2001, ma a quel punto sarebbe la debaclé con bancarotta dello Stato italiano.
Demagogo, quindi, l'onorevole Franceschini, puro demagogo "ciarlatano". Eppure c'era gente in studio che lo ascoltava