sabato 24 ottobre 2009

Lettera al Presidente della Repubblica Ceca Vaclav Klaus


La ratifica del Trattato di Lisbona dipende e pende dalla punta del pennino della stilografica del presidente della Repubblica Ceca Vaclav Klaus. Non tutti quelli che dicono SI hanno ragione anche se sono la maggioranza. La storia ci ha dimostrato anche troppe volte che non è vero che la maggioranza ha sempre ragione. Che la maggioranza può essere comprata, zittita, cooptata e intimidita come nel caso dell'Irlanda, magari anche ricattata economicamente. Spesso le sorti del mondo ( in questo caso, dell'Europa), possono dipendere da quei pochi, da quei rari, forse da quegli unici che sanno dire NO. Basta anche una sola persona nell'universo. Pubblico la lettera che Ida Magli ha scritto su Il Giornale in data 21 ottobre allo scopo di dare un piccolo aiuto morale ad un uomo cui spetta una decisione cruciale per tutti noi. Chiunque è d'accordo, diffonda questa lettera nel proprio blog.


Signor Presidente,


la libertà e l’indipendenza di oltre 500 milioni di cittadini degli Stati europei sono affidate a Lei. Noi, “Italiani Liberi”, piccola associazione di innamorati della Patria che si batte fin dall’inizio contro il progetto di unificazione europea, La preghiamo di non porre la Sua firma al trattato di Lisbona, firma che proclamerebbe, per il fatto stesso che tale Costituzione non è stata sottoposta al giudizio di coloro che saranno costretti ad obbedirle, l’inizio di un Impero antidemocratico.

Noi siamo certi, nel porgerLe la nostra supplica e nell’assicurarLe il consenso e il sostegno di una vastissima opinione pubblica in tutta l’Europa, di interpretare il desiderio e la speranza dei tanti che Le somigliano, gentile Presidente, nel diffidare dell’instaurazione dell’ennesimo Impero in Europa, nonostante le tante e drammatiche esperienze del passato.

Noi ci rendiamo anche conto del peso di una tale decisione da parte Sua, ma Lei non deve temere nulla in questo senso, caro Presidente, perché la Sua rimarrà sempre, agli occhi del Suo Popolo, con il quale tutti noi in questo momento c’identifichiamo, ma soprattutto agli occhi della Storia, la scelta giusta, la scelta della libertà.

Ida Magli
dal blog
http://sauraplesio.blogspot.com/2009/10/lettera-aperta-vaclav-klaus.html

domenica 18 ottobre 2009

dal blog di Nessie http://sauraplesio.blogspot.com/2009/10/finezze-islamiche-nella-scuola-italiana.html
18 October 2009
Finezze islamiche nella scuola italiana


Avevo preparato un altro argomento per il mio blog, ma il solito Fini mi ha distratto con le sue inquotidiane trovate pseudo-integrazioniste, l'ultima delle quali è l'ora di islam nelle scuole pubbliche. Vogliamo scherzare?

Chiariamo subito un concetto: procedere alla svestizione dei nostri simboli cristiani nelle scuole (sappiamo che Fini è sempre stato un inveterato laicista e lo ha mostrato nel referendum della fecondazione assistita e sul caso Englaro) per poi sostituirlo con una religione ben più fanatica è davvero una pessima idea. Ma sappiamo anche che Fini è il portavoce di quei poteri forti che lo hanno premiato affinché accelerasse la cittadinanza breve e lo ius soli. Ha sbagliato tempistica, lui e i suoi boys come Adolfo Urso: ci sono i sette cristiani crocefissi in Sudan dalle bande islamiche che reclamano giustizia di fronte a Dio su cui il Vaticano tace. E mentre tace, acconsente a una politica scolastica irenica da oratorio multiconfessionale, basato su un'ora a te e un'ora a me: un inverecondo mercato delle vacche, nemmeno sacre. Che facciamo? Loro ci crocifiggono e noi introduciamo la l'islam a scuola?

Ed è questo il problema più importante della scuola italiana senza fondi nemmeno per comprare un po' di materiale didattico e di cancelleria? Con gli edifici scolastici fatiscenti e con le attrezzature in disuso? Con il caro-libri e sussidi che grava sulle famiglie? Con insegnanti mal pagati e non di rado dequalificati? E con una Lingua Italiana divenuta sempre più un Panda i cui vocaboli sono ormai da proteggere? (si veda questo post).

C'è una crisi economica che fa paura, ma sembra che il problema più importante non sia far star meglio gli Italiani, ma stendere tappeti rossi agli stranieri contravvenendo perfino a quei principi di laicità dello stato, di cui ci si riempie sempre la bocca.

Questo subdolo personaggio ha avuto l'ardire di fronte al suo amico D'Alema che gli dà man forte nella citata proposta, di dire che oggi le fondazioni come la sua (Fare Futuro) e come quella dalemiana (Italiani Europei) sono più democratiche dei partiti. Provate a leggere questo articolo dal titolo "L' oro delle fondazioni e il boom dei tink tank" per vedere da che parte arrivano i finanziamenti a queste fondazioni.

C'è stata una Tangentopoli per i finanziamenti illeciti ai partiti e ora permettiamo alle lobbies economiche di impadronirsi dei politici per sottometterli ai loro iniqui disegni, attraverso le fondazioni? Come è spiegato nel pezzo segnalato, non c'è nemmeno l'obbligo di rendere trasparente il denaro proveniente dalle multinazionali del tabacco, dei vini, dell'energia, del petrolio, dei farmaci come la Glaxo. Sai che indipendenza di giudizio possono propugnare quei politici che vengono ben oleati e lubrificati da queste lobbies per i loro "studi" e le loro stategie! Vero D'Alema ? Vero Fini? Sarebbe questa la vostra "nuova democrazia"?

Giunti a questo punto, piuttosto che cadere dalla padella alla brace verrebbe quasi voglia di rimpiangere il nostrano pluri-inquisito Cirino Pomicino.
On. Presidente Fini,

noi elettori non abbiamo votato per le fondazioni. Abbiamo votato per un governo affinché mantenga dritta la barra del programma dei suoi impegni e degli obbiettivi con il quale si è presentato alle urne. Capovolgere questo semplice agenda per ascoltare le sirene delle "sue" fondazioni, è profondamente antidemocratico. E' voler spaccare il governo dal proprio interno. E' sottomettere la politica all'economia e alla finanza, con tutto quel che ne consegue in termini di sovranità territoriale.


c'è qualche finiano doc che può replicare?
Saluti
Marcello



sabato 3 ottobre 2009

La sinistra dei buffoni, delle escort e dei quaquaraqua ipocriti



Un bel campionario in piazza oggi, altro che “nani e ballerine” la “peggio italietta” che usa la libertà d’ informazione per beceri interessi di bottega.
L’italietta che odia Berlusconi e l’Italia che produce, quella dei parassiti che sbrodolano sentenze e si sentono “geni incompresi” mantenuti nel lusso con le tasse sugli stipendi degli operai (altrimenti manco uno spot girerebbero!). Oh si, l’italietta dei moretti, dei placidi, dei girotondini che hanno usato la Pace come carta igienica, ai tempi delle “guerre” di Bush e Berlusconi.
L’italietta dei voltagabbana, dei riciclati dei Fo, dei Bocca, quelli che da fascisti in una mattina si sono risvegliati partigiani e comunisti.
L’italietta che querela a destra e manca, i D’Alema, i Di Pietro con all’attivo 357 querele contro la stampa, 700.000 euro incassati, e scendono in piazza a manifestare per la libertà di stampa. E’ come se un pellicciaio si spacciasse per animalista e protestasse per lo scempio di animali.
L’italietta dei “quaquaraqua” ipocriti, quelli dei due pesi e delle due misure, quellli che sputacchiano di “dignità delle donne” e hanno elevato a “guru” della moralità, una prostituta con un registratore in borsetta, quelli che sono garantisti con i criminali specie se immigrati, i terroristi islamici e i compagni che “sbagliano”, ma sono ferocemente forcaioli se chi sbaglia è un carabiniere o è di destra. Quelli che si riempiono la bocca con il femminismo e che vomitano indignazione a gogò contro il "velinismo", ma trovano mille giustificazioni all’islamismo e approvano il burqa, la poligamia, le spose bambine e persino l’infibulazione, se “soft” (come possa essere soft un abominio del genere mi è incomprensibile).
Bene tutti questi buffoni ipocriti hanno diritto a scendere in piazza, la nostra Democrazia glielo permette, come gli permette di insultare, diffamare e schernire persino l’avversario con un difetto fisico, si, perché non fanno altro, nelle loro innumerevoli trasmissioni e sui loro tanti giornali, ma vogliono NEGARE a chi è nel mirino delle loro campagne diffamatorie, di avvalersi del DIRITTO di difendersi nelle sedi adatte. Loro si, che sono molto democratici.
Grazie al cielo sono quattro mentecatti, altrimenti l’Italia diventerebbe come i paradisi che amano tanto: la Cuba di Castro, il Venezuela di Chavez che chiude seduta stante televisioni e giornali a suo piacimento, altro che due cause civili dopo 15 anni d'insulti volgari e feroci demonizzazioni.

Up date vedere D'Alema marciare in difesa della libertà d'informazione, dopo aver QUERELATO, da Presidente del Consiglio, Giorgio Forattini, PER UNA VIGNETTA é stato "surreale" e molto esilarante:-D

Up date secondo la Fsni in piazza ci sono 300.000 persone...peccato che la piazza in questione ne contenga 40.000.
ati alla mano, la stima appare improbabile giacché la piazza romana teatro dell’iniziativa contiene massimo 40mila persone, come stabilisce uno studio ufficiale fatto dal Comune di Roma dei tempi di Veltroni, sulla base di considerazioni geometriche, ovvero che in un metro quadro ci stanno tre-quattro persone. Dunque: piazza del Popolo è un ellissoide, “lato lungo 120 metri, lato corto 100 metri. A spanne paragonabile ad una circonferenza di 110 metri di diametro, che fanno 40 mila persone, con la possibilità però di avere uno-due migliaia di persone affluenti”.
BOOM che cianfroni!!!


dal blog di Orpheus
http://orpheus.ilcannocchiale.it/2009/10/03/la_sinistra_dei_buffoni_delle.html