venerdì 17 aprile 2009

Razzismo, Italia e Germania boicottano Durban

Roma - A oggi "non ci sono le condizioni per l’Italia per re-impegnarsi nel negoziato per la conferenza Durban II". A due giorni dall’apertura a Ginevra della conferenza Onu sul razzismo, il ministro degli Esteri, Franco Frattini, ribadisce ancora le condizioni "inaccettabili", che precludono per ora la partecipazione dell’Italia, contenute nel documento preparatorio su Durban II. Anche se, ha assicurato il ministro, "siamo impegnati con i colleghi europei fino all’ultim’ora".

Frattini chiude a Durban II "L’Italia - ha spiegato il ministro Frattini - mantiene l’atteggiamento di disimpegno dal negoziato tenuto fino ad ora, una scelta del resto presa anche dagli Stati Uniti". Ma per ora, ha assicurato Frattini, "non ci sono le condizioni" per la partecipazione dell’Italia. Il ministro ha, quindi, ricordato i punti contenuti nella bozza conclusiva della conferenza contro il razzismo, in parte modificati ma ancora considerati inaccettabili, perchè giudicati antisemiti nella parte che riguarda l’Olocausto, ma ha ricordato anche le critiche al riferimento alla libertà di espressione che, ha detto, "non è significativamente garantita". Un tema sul quale Frattini - come ha spiegato a margine della conferenza sul disarmo nucleare conclusasi oggi alla Farnesina - si è confrontato anche con i colleghi europei. "Questa mattina ho avuto colloqui telefonici con i miei colleghi inglese, francese, svedese, tedesco, danese e olandese, e ho rappresentato loro i dubbi dell’Italia ed ho ricordato che l’impegno, con i colleghi europei, proseguirà fino all’ultima ora".

Berlino boicotterà la conferenza Il governo tedesco non parteciperà alla conferenza internazionale sul razzismo, detta Durban 2, che inizierà lunedì prossimo a Ginevra: "Anche altri Paesi Ue decideranno di boicottare la conferenza". Sarebbe la prima volta che Berlino disdice la sua presenza a una conferenza delle Nazioni Unite. Un portavoce del ministero degli Esteri, precisa la Welt, ha spiegato che la decisione ufficiale deve ancora essere presa. Ma è certo che "senza il rispetto delle cosiddette linee rosse una partecipazione non sarà possibile". Per "linee rosse" il ministero degli Esteri tedesco intende una presa di posizione unilaterale contro Israele e l’Occidente, così come era stata stata rappresentata dalla conferenza del 2001 a Durban, in Sudafrica. Il responsabile della sezione diritti umani del governo federale tedesco, Guenter Nooke, ha affermato di "vedere più motivi per non partecipare che per essere presenti" a Ginevra. Su questa vicenda Nooke auspica "una posizione il più possibile compatta dei paesi dell’Unione europea".

7 commenti:

  1. Anche l'America ha declinato l'invito.

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  2. Ci stanno provando a impedire anche nei Paesi liberi e democratici quello che gli riesce facile nei loro, eliminare la Libertà di Espressione.
    Non possiamo permetterlo.
    No al ritorno del medioevo !

    Secondo me.

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  3. Purchè la libertà di espressione non sia intesa come pretesa di eliminare Israele dalla faccia della terra...

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  4. Anna, Duepassi parla della nostra libertà di espressione e la sua è una lotta allo spasimo contro l'Islam.

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  5. Ma non ci sono problemi!

    Anch'io rilevo una pericolosa limitazione alla libertà di espressione soprattutto per chi non è radicale o di sinistra...

    Tutti possono sparlare , calunniare, sbeffeggiare i cattolici per esempio, ma guai se tocchi i loro mostri sacri...

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  6. Durban 2, lunedì il via al festival dell’antisemitismo

    Il Giornale, 17 aprile 2009

    Sarà comunque strano che, lunedì prossimo, giorno della Shoah in tutto il mondo e data in cui avrà inizio a Ginevra la famosa conferenza delle Nazioni Unite detta «Durban 2» contro il razzismo, il podio venga offerto a un razzista negazionista che ha più volte dichiarato di voler distruggere Israele come Mahmoud Ahmadinejad: il premier iraniano, alla ricerca di un palcoscenico adatto a lui, ha infatti annunciato la sua partecipazione alla conferenza. Nonostante molte polemiche e cambiamenti della piattaforma, essa rischia dunque ancora di più di essere il doppione di Durban 1, e comunque una sua versione ancora più pericolosa, dato che l’Iran finanzia gran parte del terrorismo mondiale (compresi gli Hezbollah e Hamas) e prepara le sue postazioni nucleari. La Germania, che capisce cosa potrebbe accadere, si prepara in queste ore a seguire il piccolo coscienzioso corteo di chi a Ginevra non intende farsi vedere. Nel 2001, si riunirono in Sudafrica centinaia di delegazioni e migliaia di Ngo che trasformarono una conferenza contro il razzismo in una conferenza razzista contro Israele e contro gli Usa. Si sprecarono le marce sotto gli striscioni inneggianti a Bin Laden, le grida di «morte all’America» e le accuse di apartheid a Israele. Durban 2 può diventare la replica in versione attivamente antisemita e guerrafondaia contro Israele dell’evento che precedette di pochi giorni l’attacco alle Twin Towers. A cominciare dall’evento previsto per il fine settimana: una riunione di organizzazioni non governative che porta il nome «Conferenza di esame (review) di Israele», completa di un rally antisraeliano il 18 aprile. Per lunedì, arriva il grande capo antisemita, Ahmadinejad.
    Mercoledì è stata completata la bozza di documento base per la conferenza. Distribuito dall’Alta Commissionaria per i diritti umani Navi Pillay con la presidente della commissione, la libica Najat Al-Hajjaji, non è stato discusso, ma solo consegnato agli astanti: è chiaro che si cerca di offrire una piattaforma più palatabile rispetto all’enorme prima versione dalle fosche tinte, presentando una bozza più agile e meno aggressiva; si cerca con ciò di spingere almeno parte dell’Europa utilizzando anche la fretta dell’ultimo momento e la ripugnanza a disertare l’Onu, verso un appuntamento dominato da un’idea rovesciata dei diritti umani. Infatti la bozza attuale non rinuncia al riferimento al primo documento, quello di Durban 1, che indicava Israele come stato razzista e gli Usa come male del mondo; indica l’occupazione, termine che immediatamente allude a Israele, come fonte di razzismo e di apartheid, insomma Paese da delegittimare; rimette in circolazione in vari modi l’idea della proibizione della critica alle religioni (ovvero ripropone il tema dell’antislamismo) e invita a onorare le «culture diverse», che spesso si presenta tuttavia come persecuzione degli omosessuali, oppressione sistematica delle donne, sharia che condanna a terribili pene corporali.
    Come sta reagendo il mondo nelle ultime ore prima della conferenza che avrà Ahmadinejad come vicepresidente? Di sicuro sembra che gli Usa, il Canada e la nostra coraggiosa Italia abbiano mantenuto fermo il loro «no»; di incerto, il comportamento di altri Paesi europei, per esempio dell’Olanda che tentenna. Ma si avvicina a grandi passi il «no» la Germania di Angela Merkel, fino a poche ore fa propensa a partecipare. Un esponente del ministero degli Esteri tedesco ha dichiarato che il suo Paese forse si tirerà indietro. È chiaro che teme la strumentalizzazione antisraeliana, specie adesso che Ahmadinejad, che ha appena dichiarato a Spiegel che è sicuro che i tedeschi odino tuttora gli ebrei, prenderà il podio da gran protagonista.

    Fiamma Nirenstein

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  7. Buon Giorno, Maria!
    Mi hai preceduto!!!!!
    Ho letto ieri sera l'articolo e volevo appunto proporvelo!
    Magari lo propongo nel mio blog!

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