sabato 26 settembre 2009

Spunti dalla puntata di Anno Zero

Deve avere un gran grado di cultura, il leader uscente dei democratici italiani, se nella puntata di Anno Zero di giovedì scorso ha invitato ad alzarsi e magari a togliersi il cappello davanti a Giorgio Bocca. Paolo Granzotto, che ha un poco d'anni più di Franceschini, al contrario di questi conosce assai bene il curriculum vita di Giorgio Bocca, e, nell'articolo qui sotto, scritto per Il Giornale.it, ne traccia un profilo ben documentato, essendo stato testimone diretto dei fatti testè raccontati.
http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=385671&START=0&2col=
Da tale articolo si evince come Giorgio Bocca non sia quell'uomo di grandi virtù, come Franceschini vorrebbe farci credere sia, quando invita il popolo inedotto a scappellarsi di fronte a lui. Da questo racconto di Paolo Granzotto emerge la figura di un uomo che ha cavalcato l'onda. Un'opportunista, un uomo che ha mutato spesso le proprie opinioni e convinzioni, nell'eventualità, o sicura certezza, di poterne trarre un tornaconto personale, economico e d'immagine. E' sintomatico, a tal proposito, il tracciato di figura che ne fece Emilio Fede, durante un Tg4 delle 19. Quel giorno Giorgio Bocca ebbe a dire di Fede che lo avrebbe preso volentieri a calci nel di dietro (veramente Bocca usò un'espressione più scurrile, che lascio ben immaginare), per motivi che ora non ricordo, ma che sono scritti in un post che in quell'occasione ebbi modo di scrivere. Fede, allora, tirò fuori la faccenda di quando Bocca era stato tutto culo e camicia con i vertici di Mediaset, e quanto fosse stato ben remunerato (e, forse, in nero, a quanto ebbi modo di capire) per un programma d'opinione che aveva condotto sulle loro reti televisive.Da questo fatto, e dal tracciato testè fatto da Granzotto, traggo l'immagine di una persona fortemente opportunista.Un opinione del tutto personale: sono quindi credibili persone siffatte? e ci si deve proprio scappellare di fronte a costoro? E' chiaro che Franceschini incensi Bocca: ora ce l'ha tutto dalla sua parte. Ma in questa occasione ci farebbe proprio la figura di quello che non sa, del macaco, dell'ignorante in materia. Che poi Giorgio Bocca abbia scritto libri di grande valore anche storico culturale, non potrei smentirlo nè confermarlo, non avendone mai letti.

venerdì 18 settembre 2009

Il fumo negli occhi alla sinistra

Consiglio, a chi voglia farsi una cultura e avere argomenti da contrapporre a certi creduloni, la seguente lettura. Dato per credibile il suo autore, Federico Accorsi, il mio punto di vista sul Venezuela, nazione di cui si parla nella lettera, è radicalmente mutato. La lettera è stata pubblicata su http://www.affaritaliani.it/ il primo quotidino online. E' stata altresì scoperta da Aretusa de Il Giardino delle Esperidi, che l'ha linkata nel suo ultimo post http://esperidi.blogspot.com/2009/09/venezia-una-passerella-rosso.html .
In tale lettera sembra dimostrato che in Venezuela non sia tutto rose e fiori come alcuni registi cinematografici internazionali sembra vogliano farci credere.
La ricopio integralmente col copia-incolla, per potermela rileggere tranquillamente durante eventuali occasioni.

"Caro signor Vittorio Zucconi, Sono lo stesso rompiscatole che le ha scritto ieri, chiedendole perchè non si parlasse, sul suo giornale, della protesta mondiale “No mas Chavez!” ( it: basta Chavez! ). La lettera di oggi è diretta anche al direttore della Mostra di Venezia, signor Marco Muller ed al signor presidente della Biennale, Paolo Baratta, che hanno ricevuto con tutti gli onori il dittatore di fatto Hugo Chavez alla mostra del cinema, in occasione della presentazione ufficiale del “documentario” del signor Oliver Stone. La pregherei di ritrasmettere questa mia lettera ai due signori, poichè non ho i loro indirizzi. Ci tengo a precisare che non le scrivo spinto da altri motivi, se non quello di far conoscere la verità e per considerazione e rispetto per gli abitanti del Venezuela, tra cui i miei figli che ho dovuto espatriare per proteggerli dalla violenza. Mi dispiace di doverla informare che sia il suo giornale, sia e soprattutto gli organizzatori della mostra, siete stati presi in giro e utilizzati dal regista Oliver Stone e dal dittatore Hugo Chavez. Se solo vi prendeste il disturbo di svolgere una piccola inchiesta in Venezuela, scoprireste che Oliver Stone è un opportunista al servizio di Chavez e che tutto questo show, come altri, è stato montato per cercare di riscattare l’immagine internazionale di Hugo Chavez. Le posso garantire che i cittadini venezuelani che cantavano l’inno nazionale e che hanno accolto gioiosi il loro presidente, sono stati pagati e trasportati appositamente dal governo venezuelano. Dubito che alcuno sia residente in Italia, ma se lo fosse, sarebbe qualcuno che gode di facilitazioni per lo studio o lavori governativi a cambio di appoggio politico. Il governo Chavez adotta questo sistema da anni. In Venezuela, il governo trasporta gente da paesi e zone circostanti a Caracas, per popolare le marce “chavistas”, pagando il servizio in denaro, provvedendo maglie, berretti, cartelli rossi e persino la merendina MacDonalds (che ironia, vero?). Gli impiegati pubblici vengono costretti ad assistere alle marce, pena il licenziamento. Autobus rossi del governo e pullman affittati, trasportano gente umile che si accontenta di elemosina. I due poveri Venezuelani che alla mostra protestavano contro Chavez ed il “suo documentario”, sono invece l’espressione spontanea di un sentimento ormai dilagante in Venezuela, anche tra molti di coloro che credettero nelle sue promesse pre-elettorali, nel lontano 1998. Chavez ha mentito spudoratamente e ha tradito il suo popolo. Ci sono prove documentate delle sue menzogne che le posso fornire, se le interessasse. La popolarità di Chavez è in picchiata in Venezuela. Preoccupato per una probabile sconfitta nelle prossime elezioni parlamentarie(2010) e successive elezioni presidenziali(2012), Chavez, da un anno a questa parte, ha accellerato l’approvazione di leggi elettorali e in altri ambiti strategici, per rendere irreversibile il suo progetto di “Socialismo del secolo XXI”, che non è altro che una dittatura al modello cubano, con la differenza della ricchezza del sottosuolo e della corruzione più assoluta. Con l’avvicinarsi delle elezioni parlamentarie, previste per il 2010, Chavez ha fatto approvare in un batter d’occhio, dal parlamento che è da lui controllato, il sistema maggioritario. Sta anche facendo il possibile per creare divisioni nell’opposizione e non risparmierà nelle spese dei soldi dello stato, che amministra come se fossero suoi, per comprare appoggio, corrompere avversari politici, perseguitare gli avversari che non fossero in vendita, grazie al sistema giudiziario che è al suo completo servizio. L’esercito è stato depurato dalla maggior parte degli ufficiali di alto rango che potevano organizzare un colpo di stato contro Chavez. I restanti, godono di privilegi importanti e del disprezzo del Venezuelano comune. Si, caro direttore e cari organizzatori della mostra, se il signor Chavez vuole qualcosa, basta che lo dica prima di partire per uno dei suoi frequenti viaggi, pechè immediatamente tutti i poteri dello stato si mettano in moto per varare una legge impopolare o addirittura incostituzionale, accusare un avversario politico di un crimine banale e spesso inesistente e rinchiuderli in prigione, inabilitare candidati alle elezioni che abbiano possibilità di vincere, sentenziare a 30 anni di prigione cittadini a lui scomodi senza prove(esempio il caso degli ispettori di polizia Simonovis, Forero ed altri), eliminarne altri facendone esplodere la vettura, chiudere canali di televisione ed emittenti radio indipendenti che gli sono avversi, minacciarne altri con la chiusura, limitare a piacimento i percorsi delle marce di protesta ed organizzando marce simultanee, pagate ed organizzate dal governo in propio appoggio, gas lacrimogeni su marce pacifiche. E la lista continua, lunghissima. Per Hugo Chavez, l’esercito, il parlamento, i tribunali compreso la corte suprema, il ministero pubblico ( “fiscalia general de la republica”), la “defensoria del puelblo” ed in generale tutti gli organismi dello stato non sono al servizio del cittadino, bensi` della sua “rivoluzione”. Ha persino costretto l’esercito a gridare “ Patria, socialismo o muerte”, quando per la costituzione venezuelana l’esercito deve essere apolitico. Il Venezuela è nelle mani di un pazzo e di un piccolo gruppo di opportunisti che formano il suo governo. Diosdado Cabello, Jesse Chacon, Nicolas Maduro, Celia Flores, sono alcuni dei nomi dei fedeli di Chavez che hanno ammassato grandi ricchezze in questi 10 anni. Il governo di Chavez si mantiene grazie alla scandalosa ricchezza (800 miliardi di dollari in 9 anni ) amministrata dal dittatore come se fosse il suo conto corrente personale e per la tragica ignoranza di un’importante settore della popolazione. Cose difficili da capire e credere per noi Europei, ma vere. Chavez ha sprecato un’opportunità unica e che probabilmente non si ripeterà, di produrre i cambiamenti di cui il suo paese ha bisogno ed è anche per questo che ha sempre meno appoggio dei suoi connazionali. Le cose invece di migliorare, peggiorano, soprattutto per i poveri. I media del mondo devono mantenere un’occhio attento e critico sul Venezuela, perchè nei prossimi due anni la repressione e le ingiustizie si moltiplicheranno, con l’avvicinarsi delle elezioni. Vi invito a fare le vostre proprie ricerche. Capirete che siete complici di un dittatore e che è una vergogna che l’Italia come paese si presti per ospitare questi show propagandistici e contrari ai veri principi democratici. Capirete anche che Chavez non è affatto di sinistra, ma è un pazzo megalomane che si dichiara di sinistra per far leva su una popolazione che è stata trascurata per decenni e che vuole un cambio. Un cambio che Chavez non sta producendo. La saluto cordialmente, pregandola di riflettere sul contenuto di questa lettera.
Federico Accorsi
Toronto, Canada"